Come le api producono il miele?
Come le api producono il miele? in questo articolo andremo a spiegare come fanno le api a produrre il miele, uno degli alimenti più apprezzati dall’uomo
Come fanno le api a produrre il miele?
Ti sarai chiesto almeno una volta come le api producono il miele? Questa è una delle domande più frequenti che viene posta agli apicoltori, sicuramente non è mai semplice dare una risposta dato che il processo che porta alla produzione di miele da parte delle api è lungo e molto laborioso. Andiamo a vedere insieme qual è il processo naturale.
Prima di tutto è importante capire come si svolge la vita in un alveare e cosa ancora più importante come si estrae il miele senza alterarlo, solo con processi artiginali e senza alterazioni si può produrre il miglior miele italiano.
L’ape regina è la mamma di tutte le api ed è in grado di deporre dalle 2000/3000 uova al giorno, la vita media di una regina va dai 3 ai 4 anni, lei viene fecondata dal fuco che sarebbe il maschio delle api
Di queste uova la maggior parte saranno già feconde dato che la regina ha già svolto la fase di accoppiamento nei suoi primi 20 giorni di vita. Da quelle fecondate nasceranno api operaie e, in casi particolari come: “febbre sciamatoria, sostituzione della regina, orfanità” possono nascere nuove regine. Invece, da quelle non fecondate, nasceranno i fuchi (i maschi) atti soprattutto alla termoregolazione dell’alveare e alla fecondazione di altre regine tramite il volo nuziale. Le api operaie a differenza delle regine non presentano un apparato riproduttivo sviluppato e quindi sono incapaci di riprodursi.
La vita dell’alveare ruota intorno all’ape regina. Per tutta la durata (media di 45 giorni) della loro vita le api vivono in virtù del benessere dell’ape regina in quanto è l’unica su migliaia di individui capace di riprodursi.
Lo sfarfallamento, ovvero la nascita, dell’ape operaia avviene il 21° giorni dopo dalla deposizione delle uova. I primi giorni le operaie sono piccole, gracili, lente e di colore più sbiadito ma, con il passare del tempo, acquisiranno vigore e forza per svolgere i lavori dentro e fuori l’alveare.
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I ruoli delle api in un alveare?
I compiti di un’ape all’interno di un alveare cambiano cronologicamente con il passare dei giorni correlati al loro sviluppo.
- Dal 1°-2° giorno un’ape sarà spazzina. Si dedicherà quindi a pulire l’alveare e le celle dove verrà deposto l’uovo, immagazzinato il miele o il polline;
- Dal 3°-5° giorno diventerà nutrice e darà da mangiare alle larve;
- Dal 6°-10° giorno sarà in grado di produrre pappa reale dunque nutrire larve da 1 a 3 giorni di vita;
- Dal 10°-16° giorno diventerà ceraiola, svilupperà ghiandole ceripare poste sotto l’addome sarà in grado di produrre cera garantendo la manutenzione dei favi ma, nello stesso periodo, alcune di loro diventeranno becchine e puliranno l’alveare dalle api morte e da qualsiasi altro rifiuto;
Ma non finisce qui: in questo periodo esse inizieranno ad uscire dall’alveare con i primi voli di perlustrazione; - Dal 16°-20° l’ape diventerà magazziniera e si occuperà delle scorte di cibo ricevendo il nettare dalle bottinatrici rientranti dal volo;
- Dal 20°-21° giorno l’ape diventerà guardiana e difenderà l’alveare dagli attacchi esterni di calabroni, vespe o dai saccheggi di api di diversi alveari, sacrificando in casi estremi anche la sua vita.
- Dal 22°– fino a fine vita sarà bottinatrice, quindi addetta a raccogliere acqua, polline e soprattutto NETTARE.
Dopo il quarantesimo giorno, man mano invecchiano in base alla mole del lavoro sostenuto nella loro vita, e muoiono.
Il segreto della loro operosità sta nell’estrema rapidità di apprendimento e nella focalizzazione di un compito ben preciso. Le api, infatti, si concentrano su un ruolo e, pur non avendo le capacità cognitive e cerebrali per comprenderlo fino in fondo, lo eseguono senza distrazioni. Leggi l’articolo sul: Perché le api sono importanti per la terra
La produzione di miele inizia dal nettare.
Il processo di produzione del miele messa in atto dalle api inizia dalla raccolta del nettare. Il nettare è una sostanza zuccherina prodotta da alcune ghiandole dei fiori chiamate “nettari”, ed ha il compito di attrarre gli insetti impollinatori. Ma chi raccoglie il nettare? Questo lavoro è affidato alle api bottinatrici, chiamate così per il prezioso “bottino” che raccoglie, essenziale per la sopravvivenza dell’alveare. L’ape bottinatrice volando da fiore in fiore raccoglie il nettare grazie alla loro proboscide e lo immagazzinano all’interno della borsa melaria, una piccola sacca capace di contenere circa 70 milligrammi. Già nella tasca durante la raccolta avviene la prima fase di trasformazione in miele: consiste nell’azione di alcuni enzimi come l’invertasi e la diastasi prodotti dall’apparato digerente dell’ape stessa. Una volta che la tasca è riempita, l’ape bottinatrice fa ritorno nell’alveare. Giunta all’interno dell’alveare, consegna il nettare ad altre api. All’interno dell’alveare continua il processo di trasformazione in miele. Infatti, grazie ad una lunga masticazione e all’azione di alcuni enzimi secretati dall’apparato boccale, il nettare verrà scisso in acqua e miele; a questo punto però il miele sarà ancora troppo umido per essere conservato. Verrà posto in apposite celle esagonali dove, grazie ad un processo di ventilazione attuata con il battito delle ali, raggiungerà un’umidità del 17-18%. A questa soglia le api chiuderanno le cellette piene di miele, per garantirne la lunga conservazione. Il miele immagazzinato servirà da scorta da cui attingere nei periodi invernali durante i quali le fioriture scarseggiano o sono del tutto assenti. Nei periodi di freddo il miele tenderà a cristallizzare, un processo totalmente naturale. A tal propositi ti invitiamo a leggere l’articolo sulla cristallizzazione del miele.
Oggi il miele prodotto dalle api e lavorato in modo artigianale è diventato un prodotto che non può mancare nelle case degli italiani. Infatti viene spesso usato come idee regalo originali in molte situazioni come regali di natale, regali di San Valentino e tante altre circostanze. Aziende come la Natiflow creano regali particolari fatti a mano per ogni occasione. Sullo store è possibile acquistare miele artigianale online ed inviarlo anche a un’indirizzo diverso come regalo.
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Ecco una serie di articoli scritti da ANSA sul miele e il mondo dell’apicoltura:
– Proteggere le api per proteggere la vita
– Migliori venditori di miele artigianale
– Regalare miele; il trend del 2023
– Miele; Regali di San Valentino
– Miele; Idee regalo Originali
Ma come fa l’apicoltore a prendere (prelevare) il miele?
Innanzitutto, vediamo come è composto un alveare o arnia. Esso è formato dal nido e dal melario:
- Il nido è la parte sottostante dell’arnia nella quale si sviluppa la famiglia, grazie soprattutto alla ovideposizione della regina. Nel nido vengono anche immagazzinate le scorte di miele che serviranno per la sopravvivenza delle api durante i periodi freddi e senza fioriture. Quindi il nido è il cuore pulsante dell’arnia e sarà la dimora fissa dello sciame sia in estate che in inverno.
- Il melario è una struttura aggiuntiva nella quale verrà immagazzinato il miele. Tra il melario ed il nido viene applicata una rete che non permetterà alla regina di passare da una parte all’altra in quanto, rispetto alle api, presenta un addome più sviluppato. Questa operazione serve per evitare che la reggina vada a deporre le uova all’interno del melario dato che da esso verrà estratto il miele che poi finirà nei vasetti per la vendita. Il melario viene aggiunto in primavera, solo quando iniziano le prime fioriture e quindi le api iniziano a produrre il miele delle diverse varietà.
In base al tempo delle fioriture, il melario verrà separato dal nido e portato in laboratorio per essere smielato. Ad esempio: se la fioritura dell’acacia dura due settimane, quel melario, resterà due settimane sul nido e rimosso alla fine della fioritura. A quel punto si è certi di aver estratto un miele monofloreale come il Miele di Acacia – Miele di Sulla– Miele di Castagno – Miele di Eucalipto – Miele di Arancio. Invece se il melario resta per periodi più lunghi, le api produrranno il Miele Millefiori dato che attingeranno il nettare da diverse fioriture, le api non ci fanno dono solo del miele ma anche di altri prodotti come: Polline Naturale e Propoli. Il miele estratto sarà trasferito in appositi contenitori in acciaio inox dove verrà lasciato decantare; in questo modo l’aria inglobata durante la smielatura, l’umidità e i corpi estranei salgono in superfice per essere poi rimossi.
Dopo circa venti giorni il miele sarà pronto per essere confezionato.
La rimozione del miele è pericolosa per le api?
E’ pur vero che l’apicoltore si impadronisce di parte del miele, ma ciò non è assolutamente dannoso per due motivi:
in primis l’apicoltore alleva le api e dunque nel momento del bisogno le nutrirà nella maniera più giusta e adatta, alternando alimentazione liquida con lo sciroppo ad inizio primavera e fine estate, e alimentazione solida con candito in inverno affinché, l’alveare sia sempre provvisto di nutrimento.
Il secondo motivo è che verrà preso soltanto il miele presente nei melari e non quello nel nido che resterà per le api e sarà la loro principale fonte di nutrimento.
Ma quali sono le piante che producono nettare?
Le piante atte alla produzione di nettare vengono chiamate mellifere, dal latino mellifer-feri che appunto significa “portare miele”. Il nettare, come spiegato sopra, non è altro che una soluzione zuccherina che serve ad attirare le api e gli altri insetti pronubi che, passando da un fiore all’altro, trasferiranno polline e dunque garantiranno l’impollinazione e fecondazione dei fiori .
In Italia ci sono tante piante mellifere tra cui l’acacia, il castagno, l’eucalipto, l’arancio; ma anche leguminose come ad esempio sulla e trifoglio alessandrino.